AREA ARCHEOLOGICA DI GRUMENTUM
Grumentum, già luogo di un piccolo insediamento sparso dei Lucani a partire dal III secolo a.C., fu probabilmente civitas foederata a Roma nella sua prima fase. Come narra Livio, ben due episodi bellici interessarono il suo territorio durante la seconda Guerra punica, quando Annibale attraversò la Lucania. I Grumentini forse presero le parti del condottiero cartaginese, infatti l’are fu oggetto di grandi confische da parte dei Romani, dopo la fine del conflitto. Fu sede di prefettura quando i Gracchi promossero una prima colonizzazione e fu distrutta durante la Guerra sociale, come riportano Seneca, Appiano e Macrobio, forse perché parteggiò di nuovo contro Roma. Infatti, tra il periodo sillano e quello cesariano, fu rifondata come colonia e raggiunse un notevole sviluppo economico e culturale, reso evidente dalla presenza di un considerevole impianto urbanistico ricco di monumenti situati in prevalenza sulla terrazza centrale della città.
A partire dal I sec. a.C. e per tutto il periodo giulio-claudio, assunse l’immagine di “piccola Roma”, attraverso la realizzazione dei maggiori monumenti pubblici tipici delle città romane (un anfiteatro molto antico, un teatro, un’area forense con templi ed edifici civili, come la basilica, due impianti termali), oltre a diverse domus arricchite di splendidi mosaici. Tra II e III sec. d.C. la città visse il suo periodo più fiorente e in età dioclezianea (fine III sec.) il suo territorio fu interessato dal passaggio della via Herculia, realizzata proprio con lo scopo di connettere Grumentum e le aree interne della Lucania alle grandi direttrici consolari (l’Appia a nord, a Venosa, e la Popilia-Regio Capuam a sud, presso Nerulum).
Grumentum rimase fiorente per tutta la tarda età imperiale e venne elevata a sede vescovile nel IV sec. d.C. Durante l’alto Medioevo la città continuò a sopravvivere, anche se con una importante contrazione demografica; è attestata ancora una frequentazione nel IX secolo d.C., quando però iniziano a formarsi i borghi medievali sulle colline circostanti, più facili da difendere dalle incursioni arabe. Il più vicino, il colle di Saponara, vera e propria acropoli, presenta un’importante frequentazione già in età romana, attestata dal tempio tradizionalmente attribuito a Serapis, dove verrà fondata poi la Chiesa principale, secondo una dinamica di continuità di culto, che fungerà da polo attrattore dell’abitato medievale di Saponaria, già formato nel X secolo d.C.
Attualmente nell’area archeologica sono visibili diversi complessi monumentali, che si sviluppano prevalentemente attorno all’asse stradale principale. L’abitato era racchiuso in una cinta muraria in opera quasi reticolata di circa tre Km e presentava un impianto urbanistico organizzato in isolati regolari.
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Dopo l’ingresso, si incontra il Teatro di prima età imperiale, sviluppato in elevato, con la cavea, l’orchestra e la scena. La porticus post scaenam si affaccia su un piazzale dominato sul lato corto da un tempio (tempio A) su alto podio. Successivamente, è ben visibile una importante domus patrizia con straordinari mosaici medio e tardo imperiali. Quindi, si incontrano i resti di un altro edificio sacro.
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Presso il foro, a est di esso, sono stati individuati un impianto termale e un’area commerciale e produttiva. Sulla piazza forense, di età giulio-claudia e attraversata dall’asse stradale principale, si affacciano i principali edifici pubblici tra cui il tempio dedicato al culto imperiale, il Capitolium, la Basilica, alcuni edifici con funzioni civili (la curia) e un grande porticato, oltre il quale doveva trovarsi un altro piazzale caratterizzato dalla presenza di un tempio a tholos.
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Poco più a nord, si erge un imponente complesso termale di II sec. d.C., con ambienti mosaicati, frigidarium, piscine, tepidarium, laconicum e calidarium, oltre a numerosi ambienti di servizio con latrine e praefurnia. Lo straordinario stato di conservazione delle strutture permette una lettura completa dei sistemi ingegneristici utilizzati dai Romani per il riscaldamento dei vani e l’utilizzo dell’acqua. Spiccano tra gli apparati decorativi il mosaico del frigidarium a tema marino, i numerosi marmi e le quattro statue di marmo che decoravano la piscina absidata, raffiguranti due Ninfe, un Dioniso e la parte inferiore di una statua di Venere. Nei pressi delle terme, sono stati scavati diversi ambienti con funzione residenziale, mentre, qualche decina di metri a nord, si colloca la Basilica paleocristiana di Santa Maria Assunta, probabilmente identificabile con la Cattedrale di Grumentum.
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In posizione periferica rispetto agli altri edifici della città, sulla terrazza orientale e a ridosso delle mura, si ergono monumentali i resti dell’anfiteatro di Grumentum, che si data attorno alla metà del I sec. a.C. e rappresenta uno dei più antichi edifici per giochi gladiatori in muratura a noi noti. Gli scavi sono stati condotti dalla Soprintendenza, sotto la direzione dell’archeologa Paola Bottini, negli anni ’80 del secolo scorso. La struttura, in opera quasi reticolata, è in parte autoportante e in parte addossata al declivio della collina e presenta un complesso sistema di ingressi, con gallerie e scalinate, che in parte ricordano quelle dell’anfiteatro di Pompei. Oggetto di vari restauri (il più importante in età severiana), fu utilizzato per diversi secoli sino alla sua defunzionalizzazione tra IV e V sec. d.C.